Intervento della Vicepresidente Nazionale Carla Nespolo al Consiglio Nazionale ANPI

Care compagne, compagni e amici

sinteticamente, come giustamente il regolamento di questa assemblea c’impone, espongo il mio pensiero sui temi trattati in questo Consiglio Nazionale.

Molti interventi precedenti al mio hanno già descritto come, nel nostro Paese, in tante e tante città e provincie italiane, si manifestino ogni giorno episodi di fascismo e di negazionismo.

Non entro in questo secondo tema, che è di grande attualità, ma riporto solo, in questa autorevole assemblea, la vicenda del premio Acqui-Storia, uno dei più prestigiosi e antichi premi di storia esistenti in Italia, dedicato alla Divisione Acqui e a Cefalonia, istituito nel 1968 per iniziativa, tra gli altri, dello storico e scrittore Marcello Venturi.

 

Quest’anno, esso è stato assegnato, per la sezione di storia, ad un’opera, che, seppure nella forma della libera interpretazione romanzesca, risulta denigratoria della Resistenza.

 

In questo caso dei Fratelli Cervi e della loro morte, la cui sorte è stata descritta come un regolamento di conti, interno al movimento comunista emiliano.

E tutto questo a causa di una giunta comunale di centro destra e di un responsabile del premio, noto per le sue posizioni ideologiche di destra.

Naturalmente come Anpi di Alessandria abbiamo duramente replicato a questa situazione, ma è evidente che la nostra battaglia in difesa della Costituzione e della sia intangibilità, ci aiuta anche a contrastare questa deriva culturale, morale e politica che non si può neppure più chiamare revisionismo, ma, a mio parere, essa è proprio revanchismo fascista.

La Costituzione, nata dalla Resistenza, quella Costituzione che il giovane Aldo Moro, per primo, alla Costituente definì antifascista, ci può difendere da tutto questo. E’ il nostro ultimo baluardo.

Per questo l’Anpi dice con fermezza che la Costituzione non si tocca e in queste ore, in particolare, il Presidente Smuraglia ha ribadito che l’art.138 non va modificato.

Proprio mentre sto parlando, in Senato, in modo veramente inaudito, la modifica dell’art.138 è stata messa all’odg. E questo mentre ancora non è stata completata la seconda lettura alla Camera!

Gridiamo perciò forte, con l’autorevolezza dell’Anpi, LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA.

E’ una posizione che ho sempre condiviso e che, come Anpi, dobbiamo portare avanti con coerenza anche a livello provinciale, come ci ha ricordato con fermezza, questa mattina, la relazione introduttiva.

In questi mesi, compresa la manifestazione del 2 giugno, ci siamo battuti sempre su questo terreno, realizzando grandi esperienze unitarie e mobilitazione.

Per questo, lo dico francamente, non ho condiviso la posizione che, come Segreteria Nazionale abbiamo assunto di non partecipare alla manifestazione del 12 ottobre scorso.

Vi possono essere stati fraintendimenti, disorganizzazioni, incomprensioni. Lo comprendo e me ne rammarico. Ma il manifesto promotore di quella manifestazione, i suoi contenuti, l’Anpi li ha sempre condivisi. Perché ora non abbiamo partecipato? Perché i politici che hanno aderito (come qualcuno scortesemente ha detto) sono i “perdenti”?

E’ vero, alla conferenza stampa c’erano Di Pietro, Ingroia e Ferrero e Procaccini, credo. Ma voi pensate che se vi fossero stati Bersani o Renzi o D’Alema (per fare alcuni nomi) non sarebbero stati bene accolti?

Io penso che lo sarebbero stati se, naturalmente avessero rinunciato al loro inqualificabile progetto di modificare la Costituzione, mettendo anche la mordacchia, come sull’art.138, al diritto del popolo di reagire con il referendum.

E non c’erano Salvare la Costituzione e la Cgil. E’ vero. Ma il Presidente di Salvare la Costituzione era sul Palco, il simbolo della CGIL era ben presente con la Fiom e il sindacato dei lavoratori della cultura. E quella Segreteria Nazionale, non si è nemmeno sognata di negare ai propri iscritti il diritto di partecipare alla manifestazione con il simbolo della Cgil.

Quello che si teme è, come ci ha chiaramente detto il Presidente Smuraglia, (di cui stimo l’onestà intellettuale e la coerenza di avere voluto questo approfondito dibattito) che i promotori o almeno la maggioranza di essi, volessero fare un nuovo partito della sinistra.

Ora, a parte il fatto (permettetemi la battuta scherzosa) che se un proposito del genere riuscisse a riempire piazza del Popolo, a mio parere tanti problemi dell’Italia sarebbero risolti!, a parte questo, dicevo, io mi sento dire, conoscendo e stimando anche personalmente alcuni dei promotori, che questo proposito non è pensabile stesse nella testa di persone come Don Ciotti, o Rodotà, o Zagrebelsky o Cofferati, per citare solo alcuni nomi.

Un errore la non partecipazione dell’Anpi. Questa è la mia ferma opinione.

Sento come tutti noi, cari compagni e amici, la responsabilità che l’Anpi sia la casa di tutti gli antifascisti e non solo di una parte di essi.

Ma per fare questo noi abbiamo una sola strada: attenerci ai contenuti. Non dobbiamo pretendere di mettere d’accordo tutte le opinioni che stanno in seno al centro sinistra. Non è possibile, oggi che una parte di quella opinione vuole difendere la Costituzione così com’è. E un’altra vuole cambiarla e stravolgerla.

Tra pochi giorni, forse tra poche ore, lo strappo sarà consumato. Cosa farà l’Anpi allora ? Nuove manifestazioni, certamente. A cominciare da quella del 26 prossimo a Bologna. Ma dobbiamo riprendere il cammino con la gente e con le oltre 100 associazioni di Piazza del Popolo. Qualcuno ha detto: quella piazza non è sufficiente per vincere. Può darsi. Ma è certo che senza quella piazza si perderà certamente.

Dunque, con tutto l’amore che abbiamo per l’Anpi, per la Resistenza e per la storia democratica di questo Paese, proviamo a riprendere insieme un cammino interrotto. Questo mi auguro e questo è il senso del mio voto contrario, nel Comitato Nazionale, al documento proposto dalla segreteria.



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