Intervento Pasquale Cinefra, Presidente ANPI Provinciale, 25 aprile 2015

Buongiorno care amiche, amici, cittadini di Alessandria

è con grande gioia che, in questa giornata il cui celebriamo il settantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo, rivolgo a tutti voi, alle partigiane ed ai partigiani presenti, alle autorità civili, militari e religiose che, con la loro presenza onorano questa ricorrenza, il saluto più affettuoso e cordiale dell’Anpi e mio personale.

Siamo ancora qui, siamo sempre qui, noi partigiani, con un sogno: quello che la memoria del 25 aprile non finisca con noi. Ed è a voi giovani (per me, che ho 89 anni, siete tutti giovani!) CHE LASCIAMO L’EREDITA’ DI QUESTA MEMORIA.

SIATENE DEGNI.

Lo so che nel nostro Paese vi sono tanti problemi irrisolti, dal lavoro che manca, ai problemi dell’ambiente sempre più martoriato e inquinato, a quelli della scuola e così via. Ma una cosa abbiamo: la libertà. La libertà di parlare, di scrivere, di agire.

Noi, quando eravamo giovani, non l’avevamo.

Soprattutto eravamo dentro una terribile guerra e dovevamo convivere con il razzismo dilagante delle leggi speciali, dei forni crematori, della richiamata alle armi che il fascismo c’imponeva per combattere a fianco di Hitler.

Abbiamo detto NO.

Io sono qui a parlarvi, ma tanti miei compagni non ci sono più. Sono morti a vent’anni…lo sapete ? A vent’anni!

Ora anche a nome loro vi chiedo: non dimenticate! Ma soprattutto vi chiedo: rispettate e diffondete la memoria della Resistenza. In giro c’è un pericoloso diffondersi del fascismo, un vergognoso risorgere del razzismo che non si ferma neppure di fronte alla morte in mare di 900 innocenti.

Facciamo nostre le parole di Papa Francesco: FREMATEVI, ABBIATE PIETA’, ABBIATE RISPETTO, SIATE UMANI.

La Resistenza è stata una lotta di popolo, di donne, uomini, ragazzi, sacerdoti, comunisti, cattolici, senza idee politiche o partito, per ottenere la Costituzione, il voto alle donne, la Pace per tutti.

Certo, i sogni dei partigiani non si sono tutti avverati, ma noi non molliamo. E speriamo che non lo facciate neanche voi.

Certo che questo nostro Paese ha oggi bisogno di un cambiamento, ma la speranza del cambiamento deve venire dal basso, dai poveri, dagli umili, dal lavoro come scelta di dignità. Deve essere il prodotto di un rinascimento morale che affonda le sue radici prima di tutto in una profonda riforma delle coscienze così come è stato per la Resistenza, per costruire una società nella quale i principi costituzionali dell’antifascismo, della eguaglianza, della solidarietà, dei diritti, siano davvero realizzati ed attuati.

Per questo sinceramente vi dico che le polemiche di queste settimane mi hanno amareggiato, e non intendo riprenderle.

Andiamo oltre. Non chiediamo altro, noi come Anpi, che il rispetto della nostra storia, del nostro ruolo e della nostra autonomia.

Viva il 25 Aprile, Viva la Resistenza, Viva l’Italia.



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